Nasco in un freddo 9 novembre del 1998 a Milano. La mia è una famiglia umile, costruita da genitori lavoratori migrati al Nord, e da fratelli perfettamente in salute. Inaspettatamente, un avvenimento devasta l’equilibrio del nucleo famigliare: nell’agosto del 2001 mi viene diagnosticata la sindrome nefrosica! In funzione dell’esordio di questa malattia, la mia famiglia ed io abbiamo dovuto far fronte a delle situazioni nuove, come l’adozione di un differente regime alimentare, l’alfabetizzazione di nuovi termini, l’assunzione di diversi medicinali e la gestione dei loro effetti collaterali sia a impatto fisico sia psicologico. Crescendo con questa infermità, ho lavorato giorno dopo giorno verso l’accettazione della presenza di questa patologia, metabolizzandola e traendone qualcosa di buono. Amarsi non vuol dire essere statici senza mai valutare la possibilità di cambiare, significa bensì essere coscienti delle situazioni in cui si riversa, senza il bisogno di darsi delle colpe, e ciononostante fare il possibile per migliorare se stessi e raggiungere la propria felicità. Oggi ho diciott’anni, sono un ragazzo qualunque che frequenta il corso di Chimica, Materiali e Biotecnologie, con un forte senso di curiosità, voglia di imparare e, in fine, con un grande desiderio: aiutare, in proporzione alle mie capacità, tutti coloro i quali ne sentano il bisogno.