Lettera all’Editore. C’era una volta…Un reame? Una fata? Una strega? Un drago? Un robot? Un extraterrestre? Mille voci infantili si sovrappongono e ognuna cerca di prevaricare l’altra nella speranza che il suo diventi il personaggio della fiaba. Che delusione! C’era una volta una vecchia donna innamorata da sempre, in modo folle, della lettura e della scrittura. A loro, quasi di nascosto, dedicava tutti quei ritagli di tempo, sparsi qua e là, che riusciva a raccattare. Era cominciato il “ Grande Gioco “ a cui la nonna invitava a partecipare tanti Editori che qualche volta aderivano pubblicando in antologia una sua poesia o un suo racconto; altre la ignoravano completamente. Poi, un giorno, su un bianco cavallo apparve un Cavaliere che arrivò fino a lei superando e abbattendo gli immensi, mortali pericoli sempre in agguato nel bosco di Internet. L’età non permise che si parlasse né di amore né, tantomeno, di matrimonio… ma tra la vecchia donna e l’Editore di BookSprint nacque stima e rispetto reciproco tanto che lui decise di pubblicare una raccolta di poesie dal titolo “ Lame di rasoio “ Tutto fu fatto con profonda serietà, attenzione, cura quasi maniacale, con continui contatti per chiarimenti, precisazioni, correzioni. Senza né vederlo né conoscerlo lo si immaginava, però, con il volto sempre sorridente quasi un papà premuroso nei confronti di una figlia pasticciona. Il filtro magico è riuscito perfettamente, il libro può essere acquistato. Intanto la vecchia donna sarebbe curiosa di conoscere il parere anche di un solo lettore… troppa grazia sperare nei ventisette di manzoniana memoria! Sinceri saluti, Filippini Maria Antonietta.
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Docente in pensione ho avuto la gioia di viaggiare molto toccando tutti i Continenti in luoghi anche molto lontani. Gli altri amori sono stati insegnare per 33 anni e scribacchiare… con molte pubblicazioni di racconti e di poesie. Certo 69 anni non sono passati con la facilità con cui l’olio scorre sull’acqua. Ogni tanto la vita mi ha presentato i suoi conti, spesso troppo salati! Da anni non esco di casa… ma vivo nel mondo perché è lui che vi entra con il gorgogliare di una tortora, con l’acuto stridio d’un gabbiano, con il saluto notturno d’una civetta che, dal tetto della casa di fronte, mi augura la buona notte. Mi stupisce “lo stupore” con cui, a questa età, ancora mi incanta una farfalla in volo; il primo germogliare dell’acacia giù in giardino; la calma piatta che rende lattiginoso il mare o il libeccio che lo trasforma in rovesci violenti; la curiosità di scoprire di quanto il mondo faccia presa e immensa sia la mia ignoranza. è svago, divertimento che tende a banalizzare ogni cosa per renderla rispondente a questo scopo ludico? è denuncia impotente, provocatoria ribellione, simbolismo e decadenza in cui non si può affermare nessun significato positivo né indicare prospettive? è l’espressione i cui temi dominanti sono la città mostruosa e tentacolare, la civiltà delle macchine sentite come caos senza senso, che si esprime attraverso i sogni e le allucinazioni? In tale lacerante conflitto vivo la quotidianità conturbanti pensieriche, all’improvviso, emergono per sottolineare il senso di sradicamento e di esclusione anche da me stessa per percorrere sentieri contorti, inesplorati… fuori binario!