Consigliato ad un pubblico 16+
“Abito una città” è un lavoro nato sulla strada. Sono state scritte osservando il mondo dalla guida di un autobus. Con la condivisione empatica di storie realmente accadute e vissute. Così come evidenziato nelle note poste all’interno dell’opera le poesie “Amin”, “Una ragazza poco normale”, “Il Centauro e tante altre”, sono state ispirate da vicende realmente accadute. Storie e vicende degli ultimi in una città piena di contraddizioni. Più in generale si è anche tentato di cogliere il profondo disagio di un “vivere metropolitano” spesso frenetico e insensibile ai bisogni più profondi dell’uomo. L’opera presenta due piccoli appendici finali. Nella prima, intitolata Polis, sono radunati lavori con un chiaro riferimento storico e sociale. Nella poesia “Madri” è riferita, per esempio, ad un’aggressione omicida realmente accaduta. Nell’ultima appendice sono invece raccolte le poesie in dialetto veronese. Alcune autobiografiche e altre con riferimento particolare al senso della memoria. In questo lavoro l’uso della metrica è presente in forma polimetrica. Ogni verso, anche se diverso dai contigui, corrisponde ad una precisa griglia. Il ritmo e quindi il metro, in questo lavoro tenta di emulare un metodo di analisi che, per coerenza ambientale, spesso si articola in modo discontinuo.