Questo è un libro di poesie; non poesie intese in senso comune, ma poesie in cui l’autore ha volutamente giocato con il linguaggio attraverso espressioni creative personali e ludo-linguistiche come il fantaitaliano, il latiliano, l’ingleliano, lo svolgare e il romanancio. Tali componimenti sono definiti dall’autore “poesie inventabole” scritte “in uno stato alternato di coscienza” — afferma Temprey — “all’interno dell’immaginario Pianeta Terran”. La lettura di questo non convenzionale libro, fantapsichico e ironico-surreale, fa percepire ai lettori qualcosa di quel mondo inusuale ma allo stesso tempo appartenente ad una realtà amplificata dove le onde celebrali ypsilon, alfa, beta, teta e delta sono unificate alle onde immaginifiche fanta descritte dall’autore, ma che forse appartengono a ciascuno di noi. Inoltre, il libro è volto all’interattività con i lettori; spazi a loro dedicati permettono di inventare e scrivere nuovi inventaboli e nuove poesie nonché re-inventarne alcune tra quelle già scritte. Lo scopo è preciso: ogni copia del libro diventa, in questo modo, un testo originale personale e, al contempo, stimola un linguaggio più creativo. Dunque è “lo stato alternato di coscienza”, ossia la capacità di far perdurare la fugace spensieratezza che è svincolata dalle coercizioni a cui ci assoggetta la realtà, il fil en rouge del testo, il quale aprirà ai lettori un curioso tesoro linguistico e di giochi di parole grazie ai contenuti della poesia eterea (poeterica) dell’autore.