“Non definirei poesia il tuo amarmi troppo astatico, lo stallatico con il quale tu concimi quella libertà indefessa che professi come fossi – ma non sei – al di fuori dal mio tiro: una biro”. Perché è un’arma la biro con la quale è scritta questa raccolta di poesie e giochi di parole per una sola persona, completata in una sola settimana: una “ossessone”, ma prima ancora un amore, quando non un conflitto interiore che a volte richiama il DSM (il Manuale dei disturbi mentali usato dalla psichiatria moderna). “Rassognazione” nasce dalla sottile linea che divide il sogno dalla rassegnazione, la confusione tra stati ipnotici e di veglia, la traduzione di una ossessione in tenacia, il senso dell’attesa spasmodica, la nudità dell’anima che non teme t’amo. Sferzate meta-poetiche e rocambolesche che, attraverso l’ampio uso della metafora e di altre figure retoriche, entrano come un tir in uno snack bar di paese, dove prepara i caffè una vecchia signora, testimone di un amor cortese.
Profondo