Guardo le Dolomiti da oltre quarant’anni e mai mi stancano. Trovo che la montagna sia il tentativo del mondo di disegnare l’eterno. L’opera del creato. Racconta di un movimento fermo, proprio come una scultura ben riuscita che cattura il divenire nella staticità. I picchi si arrampicano fragili nel cielo, ogni giorno in maniera diversa, e dicono di una bellezza in precario equilibrio, e tu stai lì imbambolato mentre questa bellezza si incide in te. Alcuni di noi sentono di doverla raccontare attraverso la musica o la pittura. Bruno lo fa con le parole. Sceglie quelle giuste, mai definitive. Parole che vibrano, che si lasciano vivere, che invadono l’anima e leggendole intuisci la meraviglia di queste terre alte. La loro quiete. La solitudine e la sconfinata umiltà propria dei luoghi d’immenso valore. Francesco Vidotto