La vita per essere vissuta, sempre e comunque, ha bisogno di continui compromessi con le realtà intorno, con la storia del luogo che ci ospita e con quelli con i quali si vive necessariamente giorno per giorno avendo impegnato con essi sentimenti e legami che non possono risolversi in due parole. Me ne sono accorto nei miei continui trasferimenti quando stavo per toccare il cielo con le mani e i miei affetti non potevano più fare a meno di un confronto, di in una presa di coscienza che, per non dichiararsi perdente, ha preso a pretesto, in maniera apparentemente unilaterale, anche gli avvenimenti che si scatenavano intorno, con un interlocutore da sempre alla ricerca di un conforto, quanto meno rassicurante, con parole assuefatte alla poesia e con i brividi che riescono a suggerire, col rischio di minare le fondamenta di un vissuto corposo e intenso. “Avverbi, diverbi e sentimenti” è il riassunto dei miei umori sociali, morali, creativi e amorosi senza riserve alcune e senza pudori che vivono dentro di me da quando abito ad Ostia con un cuore che stenta a trovare la sua collocazione definitiva, sul suo territorio fisico e sociale.
Ho letto e riletto il libro fino a convincermi della sua vaidità poetica ed artistica per la sincerità in esso contenuta e un poetare duttile ed espressivo senza compromessi e senza riverenze A.R.