I sonetti riportati in questo libro sono stati scritti in maniera estemporanea in seguito a ciascun avvenimento divulgato dai mezzi di comunicazione di massa in tempo reale e con la data qui opportunamente riportata; per tanti altri, dopo che l’Autore ha vissuto gli avvenimenti in prima persona. Alcuni sonetti sono stati dedicati a illustri personaggi della Storia mondiale della navigazione, le cui scoperte hanno contribuito a migliorare le condizioni umane decurtando gli itinerari e i tempi di navigazione. Non mancano citazioni di personaggi della politica, dello spettacolo e altro, che hanno fatto parlare e fanno ancora parlare di sé. Le manifestazioni della Natura, a volte esplosive, hanno trovato la giusta e doverosa collocazione per la reazione che ognuna di esse ha prodotto e di fronte alle quali i responsabili della politica, in genere, non reagiscono adeguatamente. Il riferimento ai terremoti è uno degli esempi ricorrenti. Anche fatti e avvenimenti delinquenziali, a volte efferati, hanno trovato spazio tra queste pagine. Non si potevano non riportare alcuni avvenimenti terroristici come quelli di Barcellona, Londra e Nuova York. La descrizione di paesaggi, fenomeni naturali, architettura e vita sociale, infine, fanno parte del libro con numerose citazioni, denunciando, tra l’altro, abusi, incongruenze, omissioni e speculazioni. I sonetti seguono uno all’altro, secondo l’ordine cronologico degli avvenimenti.
Il mio caro amico Gaetano non finisce mai di stupirmi: oggi si fa poeta, ( e che poeta!), dando alle stampe "CRONACHE DAL MONDO - INCONTRI E SCONTRI CON LA REALTÀ VERA", cronache che spaziano da un capo all'altro di questo mondo globale in perenne, accelerata trasformazione. Sono più di cento i sonetti, ma si leggono tutti in un sol fiato. Sono zeppi di situazioni, di località, di personaggi, di ricordi allineati in ordine cronologico e corredati, ognuno, da almeno una preziosa immagine. Nel loro insieme rivelano una singolare capacità nel valutare ed interpretare la realtà tenendone lontana un'accettazione di comodo, e rimarcandone, invece, l'essenza piû intima, quella autentica. Ogni quartina, ogni terzina trasmette in maniera evocativa e potente concetti, stati d'animo e considerazioni profonde. Così è, ad esempio, per i cinque amici convenuti in piazza a Quito, in Ecuador, impegnati con il rispettivo telefonino, del quale fanno sfoggio, ad ascoltare "ciò che arriva da lontano" piuttosto che qualcosa di se stessi, anzi "tra di loro neanche una parola", e manca "l'allegria vera, l'esser briosi come normali persone vive, attive e aitanti". Così è, per fare un altro dei numerosi, possibili esempi, per il buon cuore del piccolo pescatore restio a lanciare l'amo, volendo lasciare pesci grandi e piccoli, liberi nell'acqua, con nel volto la speranza di non diventare negli anni "della pesca, un armatore". E potrei continuare con tanti altri esempi, ma mi fermo. È bene che sia il lettore a scorgere da sé, senza il condizionamento di uno qualunque dei molti inflencer che oggi vanno tanto di moda, i pregi dell'una e/o dell'altra poesia. Mi sia permesso, però, di segnalare, a tutti, i sonetti aventi ad oggetto gli abusi e le violazioni od omissioni dei politici, in quanto è in essi che l'Autore dà il meglio di sé stesso. Ed invero, Gaetano Grano raggiunge le alte vette della poesia in molte delle cronache raccolte, tra le quali mi piace ricordare le seguenti: 1) "Nel solo dopo due settimane" in riferimento all'attentato a Londra del 24-03-2017 in cui osserva che "le parole dette son le stesse del passato, orrore e sdegno, ma di serie misure un bel niente". 2) "Legge e dolo", in cui biasima da par suo "i Broccoli di Stato" che "si scusano, si lagnano, ma restano ancora in prima fila, mentre il Paese va in rovina". 3) "Percorrendo la A3", quando, nel denunciare i brogli della "scassata" autostrada Salerno-Reggio Calabria, lancia i suoi strali contro "il pinocchio governante" e, sconsolato, così conclude: "questo povero paese in mano a gente che non sa fare e continuando a credere una cialtrone come condottiero, per anni ancora, miseria e fame non potrà che ritrovare. "Confermando in tal modo la fondatezza dell'assunto dedotto da Francesco De Sanctis secondo cui <