Questa raccolta di poesie è stata scritta nell’età dell’adolescenza, in un intervallo di tempo compreso tra gli anni ‘90 e ‘98; un periodo caratterizzato da intensi conflitti esistenziali in cui il contrasto interiore tra ciò che si vorrebbe essere e ciò che si deve essere è vissuto in modo totalizzante. Il tentativo di costruirsi un futuro diverso da quello di “un impiegato qualsiasi” è il tema centrale del dramma, un tentativo più volte frustrato “dall’autorità”. La ricerca di esprimersi attraverso un linguaggio, che allora era la danza, cozza contro un muro invalicabile che ostacola l’espressione delle proprie emozioni e aspirazioni.
Nasce il terrore di cadere nella mediocrità e si sviluppa il sentimento violento di non accettare la realtà in cui si è costretti a vivere. La paura di non vivere fino in fondo le proprie passioni lotta contro tutte le scelte sbagliate delle persone “adulte”, quelle che pensano di agire per il bene dei figli. Sono poesie intrise di emozioni violente che esprimono una malinconia profonda e poi si “risvegliano” per riscattare l’esistenza, per prendere qualcosa che ci appartiene. Illusioni e disillusioni demoliscono la speranza di costruirsi un futuro diverso da quello che poi è stato. Una condanna ingiusta che condizionerà un’intera vita, anche se il tempo renderà meno violento il contrasto tra ciò che si sente di essere e ciò che invece si “deve” essere. L’indossare una maschera e fingere un’identità non propria è come recitare una parte; peccato però che il ruolo sia sempre lo stesso: quello di un impiegato qualsiasi che non cambia mai mansione, che deve sottostare all’ordine dell’autorità che è perentorio e non ammette obiezioni. L’unica salvezza resta la scrittura che diventa strumento per esplorare mondi sommersi nella profondità degli abissi, disconosciuti dall’autorità, ma custoditi gelosamente nei fondali marini come tesori nascosti.
Questa raccolta di poesie, intitolata “Giorni Immobili”, è divisa in tre capitoli: l’amore non vissuto, la vita perduta e l’evasione; tre capitoli che esprimono il rifiuto di un’esistenza dominata da regole che distruggono le passioni e il desiderio ribelle di evadere da quella assurda realtà che imprigiona la realizzazione delle proprie ambizioni. Tanti punti interrogativi che non riceveranno mai delle risposte, parentesi che rimarranno per sempre aperte in un doloroso rimpianto.