Lo scorrere dei versi in “Lontana è la primavera” contempla la rappresentazione della visione dell’itinerario di avvicinamento, lento ma graduale, a una maturazione auspicata, a un approdo agognato, l’approdo a un vedere da sempre inseguito nei sogni: vedere il momento del crollo della maschera; vedere il momento dello sgretolamento dei riti e dei giochi della finzione esistenziale; vedere il momento della riconciliazione con il Tu, con quella parte ancora recondita dell’Io che continua a lanciare segnali del suo bisogno di nascere, del suo bisogno di crescere, del suo bisogno di emergere finalmente alla superficie di un mondo che ancora lo ignora, di un mondo che ancora lo relega nella solitudine e nella immobilità, di un mondo che lo rende silente e ripiegato su se stesso, dolorante per il dolore esistenziale che vede crescere oltre di sé; vedere, infine, l’esplodere della primavera con l’intero corredo del suo rigoglioso manto di vita. (Dalla Premessa dell’Autore)