Il libro, “Le mie parole oltre la notte”, tratta di reali momenti di vita vissuta. Più che altro è un modo di scrivere evocativo. Il leitmotiv è la consapevolezza della caducità della vita, il sentimento del rimpianto, delle occasioni perdute. La parola viene usata per scandagliare i rapporti del mondo odierno, in un mondo virtuale che si sovrappone alla vita reale. La scrittura è scarna, ma con l’abilità di denudare la parola, e scagliarla come un coccio di vetro nell’anima. E concludo con una frase di Khalil Gibran: “La poesia è il salvagente cui mi aggrappo quando tutto sembra svanire. Quando il mio cuore gronda per lo strazio delle parole che feriscono, dei silenzi che trascinano verso il precipizio. Quando sono diventato così impenetrabile che neanche l’aria riesce a passare.”