Con occhi guardinghi di chi nulla gli sfugge. Quante volte ho pianto, imbrattando di lacrime i fogli di carta. Quante volte la pelle irta dalle emozioni vibrava dalle forti sensazioni. Quante volte ho amato nella passione dei miei anni. Quante volte nelle tempeste di quei impetuosi momenti sono fuggito da me stesso. Quante volte mi sono immerso nei miei turbolenti e tempestosi pensieri. Quando parliamo di noi stessi e del nostro essere viaggiamo nei ricordi, ci isoliamo dal presente. Risultano leganti, amalgamanti, penetranti fino ad addentrarsi nelle viscere della nostra pelle. Ascoltiamo le sofferenze di quelle lunghe primavere. Passate nei vari tramonti e nelle lunghe notti arroventate, dove il confine spirituale è tangibile. Con “Vele al vento” Ed Silegna disegna il suo mondo visto con occhi attenti critici, abbracciando quel mondo di immagini, di appartenenze, di passioni, di sensi. È un lungo percorso autobiografico dove si racconta giorno dopo giorno il proprio ciclo temporale. La poesia intesa come collante della propria esistenza.
si e bel testo mi piace posso avere una copia