L’opera, se così possiamo definirla, tratta i pensieri in prima persona di un ragazzo filosofico insoddisfatto della propria esistenza, che comunica monologando con l’immagine rimastagli in mente della ragazza di cui si è invaghito. È un racconto epistolare privo di una trama stereotipata vera e propria, il cui stesso esistere scaturisce nell’animo indomo del protagonista un processo dialettico e formativo, quasi di autentica crescita. Tant’è che porterà l’iniziale anima irrequieta ad una nuova consapevolezza del mondo. La consapevolezza finale che si rivela gemella delle congettura di partenza: è davvero così irreale realizzare di esser stati realistici anche quando ci pareva di remare contro il realismo? In breve, è la trasposizione letteraria dell’inquietudine che affolla ed attanaglia strenuamente le nuove generazioni, sopraffatte dall’ineluttabilità del dualismo insito nella vita.